Durante la stesura del suo libro "Un uomo" Oriana Fallaci in una relazione tenuta nel 1980 al Columbia College di Chicago, racconta la morte della propria madre, descrivendo con le sue parole intense e dirette il vissuto legato ad un simile lutto. Con la sua scrittura carica di passione, descrive il significato della morte della madre, e il sentimento che questo momento ha suscitato in lei.
Unica distrazione al libro furono le visite alla madre:
“Parlavamo poco, quasi avessimo paura di dirci quel che pensavamo: «Ora te ne vai anche tu» , «Ora me ne vado anch’io».”
“La morte della madre non è paragonabile alla morte dell’uomo che amavi: è l’anticipo della tua morte. Perché è la morte della creatura che ti ha concepito, portato dentro il ventre, regalato la vita. E la tua carne è la sua carne, il tuo sangue è il suo sangue, il tuo corpo è un’estensione del suo corpo: nell’attimo in cui muore, muore fisicamente una parte di te o il principio di te, né serve che il cordone ombelicale sia stato tagliato per separarvi.”
“Per rinviar quella morte che era un anticipo della mia morte, dunque mi tenevo sveglia. Per tenermi sveglia la tenevo sveglia e parlavo, parlavo. Le raccontavo ciò che non le avevo mai raccontato e non avrei mai raccontato a nessuno, le mie ferite, i miei rimpianti, i miei dubbi, prezioso fardello tuttavia giacché era esso stesso vita, le dicevo che malgrado quelle ferite e quei rimpianti e quei dubbi mi piaceva tanto la vita, ero così contenta d’esser nata, e la ringraziavo in ginocchio d’ avermi partorito.”
Dedico questo post alla cara amica Jasna che proprio stamane ha perso sua madre e sta provando questo grande dolore, acuito dal fatto di non esserle potuta stare accanto negli ultimi istanti, in questo periodo già così difficile per lei.
Ricordati Jasna che la tua mamma vivrà sempre in te e sono sicura che ora ti aiuterà, ovunque sarà, a superare il dolore della sua scomparsa, ma anche delle difficoltà della tua vita.Ti voglio bene